Intervista al tenore Matteo Macchioni: un percorso artistico fra talent show e grandi teatri
Posted by      12/07/2020     Interviews    Comments 0

Matteo Macchioni, diplomato in pianoforte con il massimo dei voti, coltiva parallelamente lo studio e la passione per il canto lirico. Nel 2010 debutta al teatro Giuseppe Verdi di Salerno nel ruolo di Nemorino dall’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, diretto dal Maestro Daniel Oren. Subito dopo si esibisce al Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Verdi di Padova, Teatro Olimpico di Vicenza, Teatro dell’Opera di Lipsia. Nel 2017 debutta al Teatro alla Scala di Milano ne La gazza ladra di Rossini (Isacco), diretta da Riccardo Chailly per la regia di Gabriele Salvatores. Seguono La Cenerentola al Maggio Musicale Fiorentino e il debutto nel Mosè in Egitto di Rossini al Bregenzer Festpiele. Il 2018 è, fra le altre esibizioni, l'anno del Barbiere di Siviglia (Almaviva) alla Royal Danish Opera House di Copenhagen. Nel 2019 si è esibito al Teatro Carlo Felice di Genova con Don Pasquale di Donizetti (Ernesto). A inizio 2020 ha interpretato Don Ottavio nel Don Giovanni di Mozart al Theater Freiburg in Baden-Württemberg, Germania

- Ho provato a riassumere il tuo percorso artistico, ma è un'impresa difficile, nonostante la tua giovane età. Come ti sei avvicinato alla lirica? 

Ho imparato a conoscere il repertorio operistico parallelamente ai miei studi pianistici al conservatorio. Spesso accompagnavo le lezioni dei cantanti al pianoforte e da lì ho cominciato ad interessarmi ed appassionarmi. 

- Nel 2010 hai partecipato al talent show Amici di Maria De Filippi e, nello stesso anno, il debutto al teatro Giuseppe Verdi di Salerno nel ruolo di Nemorino nell'Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, diretto dal Maestro Daniel Oren. Due esperienze molto diverse a distanza ravvicinata, talent show e teatro possono coesistere? 

Questa è la domanda che più mi è stata rivolta in 10 anni. Se partiamo dal presupposto che il termine “Talent Show” significa mostrare il proprio talento, che tu sia in teatro o in televisione, si tratta di performance che dimostrano le tue capacità artistiche. Ovviamente la Tv e il Teatro sono ambienti diversi e distinti. Io penso che la coesistenza possa essere di giovamento ad entrambi gli ambiti. Nel mio caso specifico però, io non ero un cantante quando partecipai ad Amici di Maria De Filippi, avevo appena conseguito il diploma accademico di secondo livello in pianoforte, tant'è vero che poi il perfezionamento e la gavetta sono arrivate dopo l’esperienza televisiva. 

- Parlaci dei tuoi Maestri, un ringraziamento particolare a chi sarebbe rivolto? 

Un grande ruolo nella mia formazione lo hanno avuto certamente Claude Thiolas, Natale De Carolis, ma anche il compianto Alberto Zedda ed Ernesto Palacio, fino ad arrivare al mio carissimo amico Fabio Armiliato. Non mi piace molto considerarli semplicemente maestri, sono artisti dai quali ho avuto il privilegio, in qualche ritaglio del loro tempo prezioso, di ricevere suggerimenti e qualche utile consiglio. 

- Com'è la vita di un tenore durante il lockdown? 

Per me, come artista, abituato al feeling, al contatto empatico con le persone, questa parentesi non la si può chiamare “vita”. La definirei resistenza e resilienza in attesa di ricominciare a vivere. I prossimi progetti mi porteranno nuovamente alla Royal Opera di Copenhagen, dove interpreterò i panni di Ferrando dal mozartiano Così fan tutte. La luce in fondo al tunnel per me, come professionista, è molto vicina.

- Come interpreti la scelta di chiudere i teatri?

Mi sono permesso di dare suggerimenti in una lettera ai nostri vertici istituzionali in tempi non sospetti (maggio 2020). Tante cose che ho scritto sono state contemplate. Penso che i giudizi spettino a chi è erudito nella scienza e nella medicina. 

- Ti ascolteremo il 18 dicembre in diretta live streaming dal Duomo di San Giorgio a Sassuolo. Sappiamo che il concerto nasce da una tua idea. 

Sì, questo progetto è nato per sopperire, almeno in parte, alla cancellazione causa Covid-19 di un tour di concerti con repertorio sacro, che avrei dovuto fare nelle chiese principali di Torino, Padova, Modena, Bologna, Firenze, Roma. È un modo alternativo, sfruttando la tecnologia, per portare comunque la mia voce alle migliaia di persone che sarebbero intervenute, oltre a tutto il pubblico del web, gratuitamente. 

- Il ruolo che ami? 

Amo tutti i ruoli che ho interpretato, con una predilezione particolare per il “Conte di Almaviva”, dal Barbiere di Siviglia del grande Gioachino Rossini. 

Giusi Cuccaro